Giovedì 28 Marzo 2024
COSA E' IL COUNSELING PSICOSINTETICO

Indipendentemente dalla motivazione, le persone scelgono il counseling perché vogliono diventare soddisfatte. Sembra che gli esseri umani posseggano un nascosto senso delle loro potenzialità che li richiama verso il benessere, un bisogno primario di assumersi la responsabilità della propria vita e di sperimentarla utilmente. Sono spinte potenti e motivanti, che possono allargare la situazione del counseling e aggiungere una motivazione positiva.
Il counseling psicosintetico ritiene questi principi fondamentali e cerca di evocarne una consapevole coscienza. (Diana Whitmore)

La scelta del counseling può essere determinata da situazioni ben precise e contingenti oppure confuse e nebulose: in qualsiasi caso, un evento percepito come un ostacolo all'esserci, un essere nel mondo, un essere insieme agli altri uomini ed essere occupati attivamente e gioiosamente dai compiti particolari della vita.
Compito del counselor psicosintetico è considerare il problema del cliente come facente parte del cammino della persona verso l’integrazione. “Assagioli affermava che lo scopo della psicosintesi è di aiutare a integrare, a sintetizzare, i molteplici aspetti della personalità individuale intorno a un centro personale (Io o sè) e, successivamente effettuare una grande sintesi tra l’Io e il Sé transpersonale”. (D. Whitmore)

Le istanze che si presentano e generano confusione possono provenire anche "dall’alto": Assagioli si rese conto che le persone reprimono anche gli impulsi elevati come l’intuizione, l’altruismo, l’ispirazione creativa, l’amore e la gioia.
I problemi non sono semplici eventi da eliminare, ma piuttosto indici di una nascosta spinta all’integrazione. Quando il counselor collabora con l’inevitabile, considerando il problema del cliente come un momento di crescita, ciò rivoluziona il contesto del counseling. (D. Whitmore)
Non si tratta, allora, di procedere verso il ritorno alla condizione precedente la crisi: il cammino proposto dal counseling psicosintetico è riconoscere il momento di crescita per dare un senso evolutivo alla sofferenza dell’individuo.
Il counselor psicosintetico guarda il suo cliente attraverso occhiali bifocali: la visione che gli si presenta è quella di un cliente che hauna personalità non completamente integrata e sofferente ma che, contemporaneamente, è un Sé che ha uno scopo nella vita e sta percorrendo un cammino di sviluppo.
Il cliente è ben più del suo problema.
Il counselor psicosintetista accompagna il cliente a scoprire o a ricontattare l’esperienza di quel centro immutabile da cui gli eventi possono essere osservati con reale lucidità:
Rinforzare adeguatamente l’Io significa porlo in condizione di prendere coscienza della mutata realtà e di affrontare tale realtà. Ma ciò significa anche ridare all’Io la sua autentica libertà, ridargli la sua espansione liberandolo dalla restrittiva e limitante identificazione. (B. Caldironi)
Il counselor psicosintetista si propone come accompagnatore in un viaggio che già conosce, un viaggio sperimentato su di sè . Questo non significa che il counselor conosca i contenuti del viaggio: essi sono sempre diversi perché acquistano una diversa risonanza a seconda dell’esistenza (il cliente) nei quali si presentano. Accompagnare significa avere fiducia nelle risorse del cliente e creare un’atmosfera di amore e accoglienza che permetterà l’instaurarsi di una relazione veramente umana.

 

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